Con molto piacere pubblichiamo la lettera scritta dalla prof.ssa Maria Amodeo, Dirigente Scolastico dell’ISIS Giulio Natta, scuola partner di ITS Nuove Tecnologie, ed indirizzata al neo ministro dell’Istruzione, prof. Patrizio Bianchi.

 

Gentilissimo Professor Patrizio Bianchi
Caro Ministro della Pubblica Istruzione,

 

Nel congratularmi per il suo nuovo e impegnativo incarico mi permetto di intervenire con alcuni spunti di attenzione che la scuola d’istruzione secondaria superiore attende da troppo tempo.

Mi permetta di ispirami al suo recente saggio, profonda ed analitica visione degli scenari post pandemici della scuola italiana “Nello specchio della scuola. Quale sviluppo per l’Italia” in cui vive l’impronta di una società fra luci ed ombre. Le luci sono quelle reali e potenziali di una società in sintonia con i valori, le impronte culturali di un passato glorioso e di un futuro da costruire. Si tratta di proiezioni realistiche in contesti controllati, quelli di una società/comunità territoriale che incide nelle scelte e sollecita i cambiamenti. Insomma nel suo saggio si conferisce alla Scuola una centralità di analisi e al contempo di sviluppo del nostro tempo e della nostra Nazione oggi schiacciata fra scenari di crisi possibile, da quella economico produttiva a quella sociale e culturale (la più infida) di una generazione di giovani che non vede futuro, che si lascia trascinare dalla demotivazione, dalla indifferenza verso sé e gli altri, che attorno a sé fa crollare il cielo dei disegni futuri e dei progetti di vita.

Caro Ministro,

“Nello specchio della scuola” Lei ha fatto un’analisi della società attraverso i valori che sono il programma formativo e generativo della scuola europea; io da piccolo dirigente scolastico Le chiedo umilmente un programma che prosegua nell’alveo di ciò che già esiste, potenziandolo.

La legge 107 ha fatto molto verso il cambiamento ma di questo si vedono solo gli effetti “punta d’iceberg”: digitalizzazione di base della PA e dell’insegnamento, misure di valutazione e autovalutazione organizzativa e didattica (RAV, Piano di miglioramento,…) ma le singole scuole non hanno ancora evoluto la vera potenzialità derivante dalla propria autonomia organizzativa, didattica, di sperimentazione (D.PR. 275/99) e dalle significative relazioni intraprese con il contesto istituzionale, associativo, professionale del territorio in cui vivono.

Tale “estraneità”, tale decontestualizzazione è molto più evidente nell’istruzione liceale. La potenzialità dell’istruzione liceale, la sua spinta Europea, l’internazionalizzazione, le compartecipazioni educative con Università, Ricerca, mondo produttivo, non contaminano l’esperienza della pratica didattica del Licei, perché? Per carenza culturale, per immobilismo progettuale? Perché il Ministero dopo aver varato nel 2017 la sperimentazione degli Indirizzi quadriennali (la maggiore risposta è venuta dai Licei) non ne ha più seguito i processi e i risultati lasciandone alle singole istituzioni scolastiche la diffusione, valorizzazione e pubblicazione? Perché il Ministero non sta seguendo il procedere delle curvature aperte in seno agli indirizzi Liceali?

Gli Istituti Tecnici e Professionali, gli ITS, IFTS, da questo punto di vista sono già i modelli della scuola contemporanea, europea, tecnologicamente evoluta, profondamente in armonia e aperti al territorio, presenti e riconosciute sedi non solo di formazione della “forza lavoro” ma soprattutto di scambio tra competenze e sviluppo, tanto che, spesso, tra i sostenitori e finanziatori dell’istruzione tecnica vi sono le realtà associative, produttive, i comitati industriali, insomma già ora in questi istituti sussistono le condizioni per generare cultura e armonizzazione tra obiettivi didattici e sviluppo possibile, coerente ad un territorio. Grazie a questa tipologia di istruzione e formazione si genera immediatamente un autentico Patto condiviso tra Territorio e mondo della Scuola che sarebbe possibile estendere ad altri indirizzi scolastici.

Ma, e giungo al punto dolente del problema, ancora una volta quest’anno le iscrizioni alla classe prima della scuola secondaria di secondo grado si sono chiuse con un meno 5% dell’Istruzione tecnica e una ancor più accentuata diminuzione dell’iscrizione Professionale, solo nella Provincia di Bergamo si è raggiunto un meno 60% rispetto alle iscrizioni dello scorso anno scolastico. Cosa dobbiamo aspettarci in un prossimo futuro, una esponenziale impennata degli insuccessi e il conseguente amplificarsi del fenomeno di dispersione e abbandono scolastico, già oggi altissimo? (nella Provincia di Bergamo riguarda il 32% dei giovani tra i 15 e i 18 anni).

Caro Ministro, La prego voglia che il nuovo Governo abbia a cuore la scuola non come “un si dice” ma come un piano per la Nazione, un piano di vita per i giovani e di progresso di tutti. Punti sulla istruzione tecnica e professionale, si mostri presente nel darle luce ed elevi la presenza di queste forze culturali già esistenti in Italia. Dia grande energia e non solo finanziamenti agli ITS e agli IFTS, a questa grande risorsa serve supporto in conoscenza intrapresa in seri percorsi per l’orientamento (anche tra le aziende) perché per le abitudini italiane non sono sufficienti i brevi spot pubblicitari che costano molto allo Stato ma che in 11 anni hanno dato pochissimi risultati in termini di iscrizioni e di conoscenza verso i giovani che devono scegliere il proprio futuro e quello di un Paese che non si merita una tale sfiducia nel proprio Domani.

Mi scuso per il tempo rubatole e Le auguro un Buon Lavoro

Cordiali saluti
F.to Prof.ssa Maria Amodeo

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